Il Khaliji o “danza dei capelli” significa letteralmente “dai paesi del Golfo” e in questi luoghi ha origine. Le vibrazioni della musica e i suoi movimenti caratteristici, purificando la mente e il cuore, generano una sensazione di benessere generale simile a quelle prodotte nelle danze estatiche e dallo Zar. Oggi è spesso usato anche nello Sharki per la bellezza sensuale dei suoi movimenti.
Ci sono diversi tipi di danze Khaliji, ma la più famosa è quella dove il busto, la testa e i capelli sono i veri protagonisti: per questo è definita “la danza dei capelli”, dove la fluidità è sovrana. Il busto e le spalle si muovono fluidamente, grazie al passo caratteristico dei piedi. Mentre la testa sembra galleggiare liberamente, come fosse appesa ad un filo, per poi compiere delle semi-rotazioni molto accentuate sui lati e in modo rotatorio.
I bei capelli delle donne vengono messi così in evidenza dai movimenti particolari della testa, a sua volta spinta in modo fluido da un morbido movimento del busto, simile ad un singhiozzo. Le parti più femminili, come il bacino e il petto, sono nascoste dall’ampia tunica decorata, il Thobe al Nashar’ar, con il quale gioca la danzatrice, in modo civettuolo
La danza Khaliji è prevalentemente di gruppo e gli spettatori partecipano battendo il ritmo con le mani. Gli strumenti sovrani sono il Duff di diverse dimensioni e lo Ud.
La coreografia inizia in modo tranquillo, accentuando appena quelli che sono i movimenti-protagonisti, in un crescendo di botte e risposte date dalle danzatrici, che si incitano a vicenda fra loro.
I piedi fanno un caratteristico passo “zoppicante”: il piede dietro, sempre sollevato in mezza punta, spinge il sedere indietro-sù per poi ricadere con il peso sulla gamba davanti che, essendo un pò rigida (come quando ci si fa male), non ammortizza il colpo, ma lo trasmette alla parte superiore del corpo in forma di sussulto verticale.
Le mani sono usate soprattutto per giocare e tenere il vestito: si posano sul cuore, dietro la schiena o sul davanti. Alcuni dei movimenti che oggi vediamo nel Khalji hanno la sua origine in India (toccarsi le spalle e la testa, la mano sul naso, segnarsi gli occhi ecc.).
I movimenti della testa devono andare in crescendo e solo nella parte finale c’è la vera catarsi di testa e capelli, che si muovono sempre fluidamente e senza aggressività.