Lo Zar è una danza sciamanica di guarigione che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Una cerimonia iniziatica che permette di contattare le proprie energie interiori per poterle liberare all’esterno, attraverso movimenti ipnotici capaci di dare espressione al proprio vissuto doloroso.
Nello Zar convergono le antiche danze sciamaniche dell’Africa nera, i Gesti delle Iakbyt (le prefiche dell’Antico Egitto) che accompagnavano il defunto nell’Aldilà e la danza dei capelli ritrovata nella Tomba di Kheruef.
Danza come mezzo di comunicazione tra i Mondi
L’uomo ha sempre percepito la presenza di esseri immanenti, spiriti / Dei e forze archetipiche, che governano la vita e ha sempre cercato un modo per contattarle. Ha cercato di conoscerle e di farsele amiche in molti modi, ma sicuramente la danza e la musica ossessiva erano quelli più semplici e naturali.
La magia che la danza crea, permette al danzatore di sperimentare l’ebbrezza dell’estasi e, abbandonando il corpo e l’Io, di aprirsi a quei contenuti inconsci (chiamati Jinn) che sabotano la vita. I Jinn sono considerati delle entità intermedie tra il mondo angelico e quello umano aventi, spesso, un carattere maligno. Simili al “vento che vola nell’aria”, possono infiltrarsi nel corpo, causando una sorta di possessione. In termini psicanalitici sono dei contenuti traumatici e pulsionali non risolti o situazioni di persistente disagio.
Danza e terapia, soprattutto per le donne, è quindi una catarsi che permette di elaborare e integrare problemi e malattie sia fisiche che psico-spirituali.
Quando una donna aveva/ha dei problemi, le sue amiche o parenti chiamano un Baba Zar a dirigere una cerimonia per aiutarla a “fare pace con i suoi demoni” o “Jinn”.
Il Baba Zar
Il Baba Zar è un sensitivo e uno sciamano che spesso ha ereditato questo dono ed è stato iniziato in una pratica segreta. Il suo lignaggio elevato gli conferisce il “potere di ri-unire la psiche frammentata” della donna e di allontanare i Jinn.
Per il rituale sono richieste diverse cose come lenzuola bianche, cibo e dolci e, per favorire la trance, si fa un grande uso di erbe, fiori odorosi e molto incenso.
La cerimonia di guarigione
Il ritmo binario Ayub (D DT- D DT), ossessivo e in costante crescendo, è determinante per accompagnare il rituale.
Le donne si siedono in Cerchio, mentre il Baba Zar s’inginocchia di fronte alla donna, al suo interno.
La musica inizia lenta e ipnotica, mentre il canto a frasi alterne invoca diversi spiriti, della tradizione islamica e Allah. Un lenzuolo bianco viene posto sulla donna al centro, così che possa sentirsi libera di esprimersi come vuole.
Mentre la musica accelera gradualmente, le donne si alzano in piedi e iniziano la danza vera e propria. Il Baba Zar a un certo punto mette la sua fronte a contatto con la donna e cerca un contatto verbale con il Jinn affinché possa esprimere il suo malessere/problema. Una volta “agganciato il Jinn” si mette al suo fianco e continua a muovere la testa, con un braccio intorno alle sue spalle per aiutarla nella sua catarsi, attraverso la quale, con il sudore, potrà espellere la malattia.
Egli la invita così a fare “amicizia” con i suoi demoni interiori e a crescere insieme a loro invece che contro di loro, comprendendo cosa vogliono e quale via di crescita gli stanno indicando.
La cerimonia, alimentata dal Cerchio mistico, può durare molte ore. Sono i partecipanti che, danzando in maniera sfrenata, seduti o in piedi, creano e riversano la loro energia sulla persona che sta al centro. Sarà questa sacra unione a compiere la guarigione.