Era, incarnazione della Sovranità

Il secondo incontro con le “La Luna e le Dee Bianche” prosegue con Era è la Sovranità, la Regina dei Cieli e della Terra, Colei che, sedendo nel trono del mondo, dispensa all’umanità la Saggezza e la Conoscenza che acquisisce nel mondo invisibile, per regnare in quello terreno. Sedendo nel Suo trono incarna tutta la potenza del Suo mandato e richiama a sé l’antico simbolo della Dea della Montagna (dove Era è cresciuta), la Grande Madre, come energia terrestre che si eleva verso il cielo.

Era, come Regina della Terra, incarnava anche le sue continue metamorfosi stagionali (come Demetra, Persefone e Artemide) e, nel Suo Triplice aspetto Lunare era celebrata in Primavera come Vergine, in estate come Regina e come Saggia nell’Inverno.

Era, la Sovranità
Era, la Sovranità

Come Era l’Antica è il Sole Femminile, la superba manifestazione di Dio/Dea in questo Universo, simboleggiato dal fiero Leone. Attraverso la Sua luce il Divino irradia la vita, donando calore e Amore a tutto ciò che esiste! La Sua sola presenza crea rispetto e ammirazione.

Era, incarnazione della Sovranità
Era, incarnazione della Sovranità

Ella regnava da sola, poiché il Maschile e il Femminile erano perfettamente fusi in Lei (partecipation mystique). Non c’era solitudine nel Suo regnare, perché era Realizzata.

Mito

Figlia di Crono e di Rea, era la Regina del Cielo e della Terra, settima e ultima moglie di Zeus.

Come i Suoi fratelli e sorelle, fu mangiata dal padre Crono appena nata (per evitare l’avverarsi di una profezia) e trascorse la Sua infanzia in cattività, fino a quando essi furono liberati da Zeus, Suo fratello minore (Rea aveva fatto ingoiare a Crono un fagotto che avvolgeva una pietra e aveva nascosto il bimbo in una grotta). Finalmente libera Era ebbe due genitori adottivi che la allevarono con amore.

Zeus amava segretamente Era da sempre e tentò di sedurla, senza successo, in molti modi… allora assunse la forma di un cuculo infreddolito che Era, prontamente, soccorse. Rivelata la Sua vera forma, venne nuovamente rifiutato, finché non le promise che l’avrebbe sposata. Un’altra versione racconta che quando Zeus riassunse il proprio vero aspetto la violentò, ed Era fu così costretta a sposarlo.

Era e Zeus, i Sovrani dell'Olimpo
Era e Zeus, i Sovrani dell’Olimpo

La loro Luna di Miele durò 300 anni, ma quando finì era davvero finito tutto e Zeus tornò alla Sua occupazione preferita: innamorarsi e violentare le mortali, per creare una genia di Semidei.

La Sua storia, meglio di ogni altra, narra la lotta tra le potenti Dee dell’antichità e gli Dei Olimpici che, non riuscendo a eliminarle, le violentarono e le sottomisero, imprigionando la loro sessualità all’interno del matrimonio.

Tutti i Suoi poteri e attributi passarono al Suo divino Sposo, compreso il potere di creare la vita e di partorire (Atena nacque dalla testa del padre).

Era divenne così una moglie umiliata e derisa: le Sue scenate di gelosia hanno divertito intere generazioni, non solo la Sua ira era temuta, ma ogni donna che da Zeus era stata presa doveva poi temere gli intrighi della divina Sposa.

Nonostante fosse disapprovata per la Sua ira eccessiva e ingiusta, la Divina godeva di notevole prestigio e veniva venerata nella Sua antica veste.

Limite: identificazione con il marito e il ruolo di moglie.

Guarigione dell’Archetipo: come Iside dovrebbe imparare a gestire la sua Sovranità, ricordandosi che un re per regnare ha bisogno di una Sposa, mentre una Regina no.

Ha bisogno di un’Iniziazione solare che la porti a incontrare il suo cuore e a riconoscere il suo potere personale, imparando a camminare e a muoversi come una regina e a pretendere per se ciò che merita.

Se decide di continuare a dare valore al matrimonio e a suo marito, nonostante essi si rivelino frustranti e fonti di sofferenza, avrà bisogno di canalizzare la sua rabbia di moglie infelice coltivando altri interessi e facendo delle cose per la sua sola soddisfazione personale! Fare delle attività creative le permetterà incanalare la sua energia focosa, facendo sì che il fuoco della rabbia, anziché consumarla la trasformi in un’artista. Potrà così sublimare la rabbia e trovare il suo spazio di Realizzazione.

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