NEITH, DEA NERA E GRANDE ANTENATA
“Io sono ciò che è, ciò che sarà, ciò che è stato,
e il mio velo mai nessun mortale ha sollevato.
Il frutto che ho partorito è il Sole.”
Vergine Tessitrice della Materia Prima dell’Universo e dell’Uomo
Il Suo mito della Creazione più famoso così narra.
«All’Inizio dei tempi Neith, autogeneratasi, iniziò a tessere l’Universo nel Suo divino telaio.
La Necer-Neceru dopo aver steso il cielo come ordito, cominciò a tessere il mondo azionando la navetta, in un’opera di paziente costruzione.
Ultimata la tessitura del mondo, Neith intrecciò delle reti e se ne servì per pescare gli esseri viventi che popolano il Nun: piante, animali, uomini e donne.
Solo dopo questa operazione inventò il parto e lo sperimentò su di sé per dare la vita al divino Ra, la cui sfolgorante Luce ha illuminato il Creato».
La “Grande Antenata” pazientemente tesse la Creazione che, diversamente dalla repentina emersione della collina primordiale, prende forma lentamente.
Ella continua a tessere la vita – creazione, incurante del Tempo, poiché vive nell’eternità.
Insieme con Atum, è l’unica Dea che mantiene inalterato il Suo Nome e la Sua Funzione.
Atum è il Sole impersonale e invisibile che per rendersi manifesto emana da sé una controparte Lunare. Neith e Atum sono le invisibili Potenze della Vita e vivono al di là del Velo, ma per poter dare corpo alla Creazione Neith diviene la Luna che riversa sulla Terra (con la sua Triplice azione) il pensiero dell’Uno.
La realtà storica che la vede al margine del variegato Pantheon egiziano, conferma la sua importanza: è ormai chiaro che gli egizi parlavano poco di ciò che era veramente importante, mentre parlavano molto su ciò che era ritenuto “comune”: così confondevano le idee e mantenevano velato e protetto il Segreto.
La divina Nt, “la Progenitrice degli Dei”, ha come simbolo la spoletta dei tessitori e come determinativo uno scudo su cui sono incrociate due frecce con la punta verso il basso, che simboleggiano l’incrocio di due Forze di polarità opposta(Correnti magnetiche superiori o Serpenti Cosmici/DNA che intessono tutta la Creazione), indirizzate verso la materia.
Lo Yin e lo Yang che s’intrecciano per dare sostanza alla Materia. I due raggi emanati da Atum/Neith, Shu e Tefnut, per proseguire nella loro opera di cristallizzazione e materializzazione del Pensiero divino, hanno bisogno di “intrecciarsi”, solo così si potrà “rendere fisso il Volatile”.
Grazie alle Sue amorevoli mani, le Due Forze Primigenie polarizzate vengono catturate, intrecciate e annodate nel telaio per generare la Vita, proiettandosi sul piano fisico.
La Vita è quindi il risultato di due energie che, emanate verso l’infinito, sono l’Ordito del tessuto cosmico.
Il suo disegno, la forma e lo spessore saranno decisi dalla Tessitrice, secondo lo scopo a cui sono destinati e che solo Lei conosce.
Grazie alla Tessitrice e all’Amore paziente che emana dalla Sua Opera, la Creazione continua in eterno il suo Divenire, dando forma alla Volontà di Atum in base ad uno schema di Giustizia e Ordine.
Nel tessuto i due fili distinti, pur intrecciandosi, mantengono la loro unicità: si completano, ma non si uniscono mai. La Tessitrice non può unificare le Due forze, se lo facesse il Creato cesserebbe di esistere e sarebbe riassorbito nel Nun, da cui è emerso. La Divina può solo intrecciarle in un disegno unico, facendole convergere verso uno stesso Scopo/Intento.
La Croce e l’incrocio sono il simbolo di questo eterno atto di Amore.
Una e Trina: Neith crea la vita filando; controlla e dispone gli eventi tessendo; è Giudice inappellabile del destino di ogni creatura vivente di cui “taglia il filo della Vita” nell’ora prestabilita.
La Dea tesse il mondo così, per analogia, rivela a chi tesse il segreto di incrociare i fili dell’energia cosmica e la capacità di conoscere le Leggi Naturali, che governano la creazione eterica della Vita e la sua manifestazione nella 3D.
Jivan Parvani – La Dea e le Danze Sacre, la Via dell’Occhi Sinistro di Horus nell’Antico Egitto
Sirio/Sophed, il Portale di Neith
Lei opera nella buia e silenziosa Notte Alchemica che “è” prima della Luce. La Sua luminosa mano entra nella 3D attraverso Sirio-Sothis la Signora delle “Stelle che donano la vita” e su di essa si fondava il calendario sacro usato nei rituali. Sophed è la stella più vicina alla Terra, l’Alfa della costellazione del Cane. È la stella più luminosa del Cielo notturno e manifesta la natura Duale del Motore Primo. Brilla nel cielo stellato guidando l’evoluzione della nostra Galassia, per poi scomparire per 70 giorni (il non-manifesto e l’invisibile).
Nell’Antico Egitto, la sterilità della Stagione Peret raggiungeva il suo apice quando Sirio diveniva invisibile. Dopo 70 giorni ri-sorgeva all’alba, bianca e luminosa, poco prima del Sole, annunciando la piena: il primo giorno del primo mese di Thot (29 – 30 agosto circa) della stagione Akhet, l’Inondazione del Nilo. In questa occasione era chiamata “la Stella del Mattino”.
Le Sue Leggi sono eterne, non seguono le mode e vengono “sentite” nel proprio cuore, poiché sono l’essenza delle altre. Gli Antichi vivevano uniformandosi alla semplice Legge di Causa ed Effetto.
Guerriera di Luce e Signora dell’Ovest
Il suo epiteto, Tehenut “la Libica” sembra connotarla come una delle Figlie di Dio che, giungendo dall’Occidente (Ovest-Atlantide), si sovrappose alle divinità indigene.
Nell’Egitto predinastico era conosciuta come una Guerriera di Luce. Dea Vergine potente e arcana, “Una in se stessa”, pura, incontaminata e non manipolabile. Armata di arco e frecce, come Artemide, può creare la vita e proteggere o distruggere e combattere.
Come divina Arciera è concentrata verso i Suoi obiettivi/Intenti e le Sue azioni assomigliano alla freccia che colpisce il bersaglio.
Neith sceglie l’obiettivo; prende la mira concentrando su di esso tutta la Sua attenzione e quando l’arciere, il bersaglio e la freccia divengono una sola cosa, scocca la freccia che, silenziosa e veloce, raggiunge il bersaglio. La Divina insegna che non esiste solo la ciclicità e il Cerchio, ma anche un’energia lineare potente, capace di polarizzarsi in azioni pratiche.
Il Castello dell’Ape
Il suo tempio chiamato Hwt-bit o “Castello dell’Ape”, è il più antico di cui si ha notizia, ed era stato costruito a Sais dal ReHor-Aha della I din. Questo nome ci riporta ad altre affascinanti associazioni: l’ape era il simbolo supremo del Basso Egitto e delle Virtù del Sovrano/a: equità, sacrificio, Principio e Ordine Divino e molte altre qualità solari, la cui natura pacifista e addomesticata fa supporre che gli incredibili poteri della corona rossa erano stati addomesticati e controllati. Antico simbolo matristico, quindi, che incarna l’Ordine e la disciplina emanati da una Guida, l’Ape Regina che “serve” le Leggi di Natura emanate da Neith per il bene, non del singolo ma della comunità.
Erodoto racconta che in Suo onore era celebrata annualmente la Festa delle Lampade a Sais, dove i Suoi devoti durante la celebrazione notturna accendevano centinaia di luci all’aria aperta.
Guardiana dei morti
Neith è il tessuto e la tessitura. Grazie alla Sua misericordia, Ella donò agli uomini le bende di lino che, avvolgendo il defunto, divenivano l’abbraccio della Grande Madre, garante del legame tra la vita e la morte. Con le Sue ipostasi Iside e Hathor, Lei si presenta anche come Mehurtueret, la divina “Vacca Celeste” o “La Grande Giovenca” venerata come Dea Cosmica dell’Inondazione, della Rinascita e Guardiana dei morti di cui accoglie il Ka nell’Aldilà.
Sacra Custode del Fuoco Nascosto e dell’Iniziazione
Come Dea che assiste alla nascita delle cose e alla manipolazione della Materia Prima, ha un ruolo chiave nell’Iniziazione sia nella Sua veste di Madre che di Morte, e fa parte di una ristretta cerchia di Dei preposti ai Misteri della pratica Alchemica.
La Sua triplicità la rende idonea a divenire una Guida per le diverse fasi dell’Iniziazione, sia in senso involutivo che evolutivo operando come: