Il cinema in Egitto

Durante il XIX secolo una nuova effervescenza politica, sociale e culturale, scuote l’Egitto che entra in una nuova fase di modernità.  Alimentata dallo slancio verso un’indipendenza non solo politica, ma anche economica, trova nel cinema il medium adatto per trasmettere i nuovi ideali, per preservare le tradizioni popolari e diffondere ovunque la danza del Ventre.

Il cinema arriva in Egitto nel 1896 (la prima pellicola è stata proiettata ad Alessandria, un anno dopo la sua invenzione avvenuta a Parigi) e subito si intreccia alla vita sociale cittadina fino a divenire un fenomeno urbano, che da un lato esprimeva gli ideali della nascente classe borghese (futuro) e dall’altro assorbiva le tradizioni rurali (passato).

Il cinema egiziano del primo '900
Il cinema egiziano del primo ‘900

Lo spropositato processo di urbanizzazione, che vedeva un massiccio trasferimento della popolazione rurale verso la città, con tutto il loro bagaglio di tradizioni orali, usi e costumi differenti, dette origini a nuove creazioni artistiche (Beledi) che vennero realisticamente fissate nelle pellicole.

Pertanto il cinema egiziano, consapevole che la cultura dovesse continuare a seguire i filoni tradizionali, ambientò molti film nei luoghi dove normalmente la gente si incontra: feste religiose, mercati, piazze e strade diventano le scenografie di molti film e, in poco tempo l’industria cinematografica diventa una delle più importanti fonti di rendita per lo stato.

Questo effervescente inizio secolo sarà chiamato “Golden Era”.

Il movimento femminista egiziano

La liberazione dal dominio britannico e l’indipendenza economica e culturale promossero l’emancipazione femminile. All’inizio del ‘900, il movimento femminista egiziano aveva portato alla conquista di una maggiore autonomia, il diritto all’istruzione, al lavoro e alla partecipazione alla vita politica.

Naima Akif nel film si taglia i capelli e guida l'automobile
Naima Akif nel film si taglia i capelli e guida l’automobile

Lanciandosi nel mondo del cinema, come produttrici, cantanti, danzatrici e attrici, le donne orientali di religioni, estrazioni sociali e di paesi differenti, sono state il simbolo della modernità dell’epoca e hanno diffuso l’immagine della donna emancipata, sicura, colta e istruita nelle campagne e nei villaggi… facendo ciò che l’istruzione non avrebbe potuto fare in 50 anni. Quello che noi raccogliamo sono gli estratti delle loro danze, ma i loro film ebbero un valore ben superiore.

Queste donne hanno segnato gli animi con la loro audacia e la loro temerarietà… hanno costretto gli uomini ad apprezzarle e, ancor oggi, sono dei modelli da ammirare.

Sono le Grandi Dive

Grandi anche per aver avuto la capacità di incarnare le pulsioni della loro epoca, di togliersi il velo (simbolicamente) e di essere, per la prima volta dopo 1400 anni, guardate e ammirate senza vergogna.

Dive perché capaci di muoversi al ritmo di danze e stili completamente diversi dalla loro tradizione, di cantare e di recitare. Con la loro arte hanno contribuito sia a mantenere in vita la tradizione, sia a promuovere nuovi modelli di vita.

La danza per la prima volta diventa strumento di ascesa sociale e di liberazione.

Le Grandi Dive hanno segnato per sempre il cinema egiziano, permettendogli di imporsi dall’Atlantico al Golfo Persico. I nomi sono molti, ma quelle che ci interessano direttamente sono tre (clicca sul nome per vedere dei video): Tahia Carioca, Samia Gamal e Naima Akif

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TAHIA CARIOCA