NAIMA AKIF
Naima Akif ha una storia diverse da Samia e da Tahia.
È figlia d’arte e nasce in Egitto da una famosa famiglia circense, specializzata in acrobazie e nell’addestramento dei cavalli. Suo padre fin dalla più tenera età, incoraggiò Naima a seguire il suo amore per la danza, la musica e il canto: creò per lei gli spazi scenici adatti in cui potesse esibirsi in degli “assolo”, per poter esprimere il suo talento.
A 14 anni il circo dovette chiudere i battenti, ma il nonno di Naima aveva molte conoscenze che gli permisero di continuare la sua carriera, che proseguì nei locali del Cairo, con spettacoli e acrobazie.
Ebbe così l’occasione di esibirsi al Casinò Opera, dove fu baciata dal successo sia come danzatrice che come cantante, attirando l’attenzione di Badia Masnabi. Fu assunta ma ebbe una breve carriera nel locale, a causa delle invidie che la assalirono e… scoppiò una rissa che portò al suo licenziamento.
Naima però, baciata dalla fortuna artistica, sposò il grande regista Hassam Fawzy, con il quale arrivò al vertice del successo come attrice, cantante e danzatrice.
Unica fra le grandi dive morì giovanissima, subito dopo una fulminea carriera, ma il suo amore per la danza e il contributo alla sua evoluzione sono una continua fonte di ispirazione.
Nei suoi film spesso interpreta la ragazza di campagna che viene sedotta dalla città e dalla danza.
Stile
Naima ha uno stile meno sofisticato di Samia Gamal, ma era capace di esprimere diversi archetipi con una semplicità incredibile. Danzatrice, musicista, cantante e attrice… una Grande Diva.
I movimenti dei fianchi sono precisi e piccoli, quasi sempre con i piedi quasi a terra, anche nello stile Sharqi.
Il movimento delle braccia è sempre molto Beledi: stanno vicine al corpo, con movimenti che vanno da giù fino all’altezza delle spalle, senza forzare eleganti port de bras.
Le sue origini gitane emergono nella sua danza, in cui spesso suona i cimbali o fa acrobazie e spaccate.
Il film che ha segnato un’epoca per noi danzatrici moderne, è Tamra Hennà, dove lei interpreta la storia di una famiglia di gitani, con drammi e spezzoni di vita quotidiana. Un pezzo che racconta la transizione tra le danze e la musica folcloristica, il Beledi e lo stile Sharki, di cui è co-autrice.
E’ capace di materializzare in modo incisivo, le emozioni evocate dalla musica, spesso cantando.